AREA MEDICO RIABILITATIVA

Il dolore cronico comprende ampiamente sia condizioni oggettivamente definite che spiegano la presentazione dei sintomi, sia condizioni idiopatiche con origini sconosciute.

Nonostante il variare dell’origine e delle cause, queste condizioni sono similmente caratterizzate da dolore cronico, scarsa funzionalità fisica, limitazioni della mobilità, depressione, ansia e disturbi del sonno.

 

Il ruolo dell’attività fisica

L’attività fisica emerge sia come uno strumento significativo per la prevenzione primaria e secondaria di dolore cronico ma anche per mitigare e ridurne i sintomi. Essa migliora la salute generale, il rischio e la progressione di malattie, e quando applicata a condizioni di dolore cronico entro parametri appropriati (frequenza, durata e intensità) migliora significativamente il dolore e i sintomi correlati, avendo maggiore successo quando è adattata ai bisogni e limiti dei pazienti.

 

Personalizzazione dell’attività fisica

Considerazioni importanti per la personalizzazione di un programma di esercizi includono:
• precauzioni di sicurezza per ridurre il rischio di cadute e lesioni;
• postura corretta per ridurre il carico articolare anormale o eccessivo;
• prestazioni di esercizio all’interno di un intervallo di movimento che non aumenta il dolore, il rischio di instabilità articolare o la perdita di equilibrio;
• un piano di progressione “inizia dal basso, vai lentamente” per ridurre al minimo il rischio di “esagerare”.
La personalizzazione dell’esercizio può contribuire in modo significativo alla motivazione, all’autoefficacia e all’aderenza dei pazienti.

Attività fisica come trattamento

Per il dolore cronico i trattamenti farmacologici spesso includono farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), tuttavia, essi sono generalmente insoddisfacenti, con scarsa risoluzione del dolore cronico, effetti collaterali indesiderati e rischio di dipendenza.

Se eseguito correttamente, l’esercizio fisico può essere efficace quanto i FANS per ridurre il dolore. Le terapie non farmacologiche, quindi, sono una componente sempre più importante per la gestione del dolore cronico.

L’attività fisica è una modalità terapeutica facilmente praticabile, con pochi possibili effetti avversi e a basso costo; Inoltre, molti studi recenti dimostrano che essa apporti miglioramenti significativi nel dolore, nella depressione, nell’ansia e nella qualità generale della vita nei pazienti con dolore cronico eseguendo esercizi di intensità da bassa a moderata, anche solo da due a tre volte a settimana.

Evitare l’esercizio durante le riacutizzazioni dei sintomi acuti può essere allettante, ma il comportamento sedentario può non ridurre i sintomi e anzi promuovere la perdita di forza, una ridotta libertà di movimento e limitazioni fisiche.

Qualsiasi quantità o tipo di movimento è vantaggioso rispetto al comportamento sedentario.

Autogestione

L’attività quotidiana autogestita a casa deve trovare spazio nella vita dei pazienti con dolore cronico, anche se l’intensità è bassa e la durata è breve.

Infatti, i trattamenti non farmacologici richiedono che i pazienti partecipino attivamente per un lungo periodo di tempo, e spesso per tutta la vita. Tale aderenza può richiedere un cambiamento significativo del comportamento, e questo può essere difficile da realizzare, ma produce maggiori miglioramenti nei sintomi e nella qualità complessiva della vita.

Piccole quantità di attività conferiscono benefici da ragionevoli a grandi, specialmente nei pazienti che passano da sedentari a attivi. Una volta attivi, i continui miglioramenti possono stabilizzarsi nel tempo ma il mantenimento della riduzione dei sintomi correlati al dolore e della forma fisica generale è gestibile solo con un’attività regolare.

Monitoraggio

L’attività fisica è in genere sicura con pochi eventi avversi per il dolore cronico, gli effetti collaterali sono comunemente temporanei e spesso evitabili con l’educazione del paziente e una progressione sicura, ma un’inadeguata autoefficacia per l’esercizio può rappresentare un notevole ostacolo all’aumento dell’attività fisica.

Pertanto, evidenze scientifiche supportano l’importanza di un monitoraggio ciclico dell’aderenza e l’adattamento individuale dei programmi di esercizio per promuovere l’autoefficacia e il mantenimento dell’esercizio.

 

Conclusioni

Regimi di esercizio regolare hanno la capacità di invertire gradualmente il circolo vizioso di dolore, comportamento sedentario e peggioramento della disabilità.

Un approccio terapeutico con esercizio a lungo termine, correttamente programmato e individualizzato si tradurrà in miglioramenti nel dolore e nella funzione.

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