Secondo gli scienziati, uno dei momenti chiave dell’evoluzione umana è stato lo sviluppo del pollice opponibile caratteristico della nostra specie, particolare morfologico che garantisce la presa salda con cui divenne possibile utilizzare utensili.

Il progresso della nostra società si è sviluppato proprio intorno a questa peculiarietà .
Ogni oggetto, dalla semplice matita al più complesso computer, è il frutto di questa collocazione del pollice sulla mano.

Questa premessa per capire quanto può essere problematico una patologia che colpisca il pollice .
Una delle malattie più frequenti che può colpire il pollice è la rizoartrosi.

La rizoartrosi è un processo degenerativo, che non regredisce, che colpisce l’articolazione trapezio-metacarpale, situata alla base del pollice.
La Rizoartrosi è dovuta all’usura delle cartilagini articolare che compongono questa articolazione.

La Rizoartrosi , come l’artrosi localizzata in altre sedi, insorge con dolore ed impotenza funzionale che diventa nel tempo sempre più ingravescente fino a limitare fortemente la funzionalità del pollice e quindi di tutta la mano nella sua globalità. E’ una patologia estremamente frequente che colpisce prevalentemente le donne.

Come tutte le forme di artrosi colpisce prevalentemente le persone della terza età ma in alcuni casi può presentarsi anche più precocemente se l’articolazione ha subito un grave trauma o in alternativa le ossa che la compongono determinano una instabilità primaria.
La diagnosi è fondamentalmente clinica e radiografica.

La Rizoartrosi si manifesta con dolore alla base del pollice, che si accentua durante l’esecuzioni di movimenti con la mano ed è evocabile con la palpazione della zona interessata.

Con il progredire della malattia , il dolore tende ad aumentare di intensità e gradualmente inizia a manifestarsi anche quando l’articolazione è a riposo.

L’artrosi del pollice provoca tumefazione alla base del pollice, diminuzione della forza e limitazione funzionale delle dita; il paziente, in particolare, ha difficoltà e dolore intenso nel cercare di creare la pinza tra pollice ed indice determinando cosi una disabilità nei gesti quotidiani come girare una chiave, aprire una bottiglia , afferrare e mantenere con forza un oggetto.

Per quanto riguarda il trattamento nelle forme iniziali , non gravi, è indicata la fisioterapia a cui si associa terapia fisica strumentale (ultrasuoni, ionoforesi ecc.), l’utilizzo di un tutore e dei farmaci antiinfiammatori.

Negli stadi avanzati, dove il dolore è costante nell’arco della giornata e la deformità del I raggio è evidente con conseguente grave deficit funzionale è indicato il trattamento chirurgico che determina la risoluzione del dolore e della disabilità.

Esistono varie tecniche chirurgiche che possono essere schematicamente raggruppate in tre gruppi:

  1.  Artroplastiche di sospensione
  2. Artrodesi della TM
  3. Protesi

Le tecniche più diffuse , che trovano maggiore indicazione e che trovano più consensi in letteratura sono le artroplastiche di sospensione. Sono state descritte varie tecniche di artoplastica di sospensione.
L’autore preferisce l’artroplastica di sospensione di Welby modificata Ceruso.

Questa tecnica prevede l’asportazione del trapezio e la “sospensione del I metacarpo” mediante l’utilizzo di una porzione del tendine dell’Abduttore Lungo del Pollice (ALP ) attraverso il tendine del flessore radiale del carpo (FRC).

I tempi di recupero prevedono un periodo di circa 8 settimane in cui il paziente avrà un tutore che bloccherà solo parzialmente il pollice ma con le dita lunghe libere permettendo quindi di essere autonomi nelle normali attività quotidiane ( mangiare, vestirsi, lavarsi).

Dopo la terza settimana dall’intervento inizierà la rimozione , più volte a giorno, del tutore per riabilitare il pollice nella sua globalità. Al termine delle otto settimane il tutore verrà completamente rimosso permettendo al paziente l’utilizzo del pollice in opposizione senza dolore.

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