La sublussazione glenomerale

è una lesione articolare caratterizzata dalla perdita del rapporto anatomico tra la testa omerale e la cavità glenoidea della scapola. La debolezza dei muscoli della cuffia dei rotatori o la lassità dei legamenti favorisce lo scivolamento della testa omerale fuori dalla fossa glenoidea e provoca la sublussazione gleno-omerale.

Le cause possono essere traumatiche, non traumatiche e neuromuscolari.

La causa traumatica, è più frequente nei soggetti giovani che praticano sport; tuttavia, anche uno sport senza contatto con movimenti ripetitivi della spalla può causare sublussazione.

Per la causa non traumatica, l’eziologia potrebbe essere multifattoriale. I pazienti possono avere un controllo non ottimale dei muscoli della spalla o lesioni ai tendini/legamenti della cuffia dei rotatori.

Le cause neuromuscolari che possono portare alla sublussazione della spalla sono l’ictus, la paralisi cerebrale e la lesione del plesso brachiale.

La sublussazione glenomerale può essere anteriore, posteriore o inferiore. La sublussazione anteriore è la forma più comune e può essere causata da una varietà di fattori, come cadute, sport di contatto o forze di trazione sulla spalla.

I pazienti presentano sintomi di: rigidità, dolore e instabilità del cingolo scapolare.

È importante un’anamnesi accurata per conoscere eventuali pregresse lussazioni, il meccanismo della sublussazione (direzione dei movimenti della spalla durante l’evento traumatico) e la storia familiare dell’instabilità della spalla.

L’esame obiettivo deve essere eseguito bilateralmente; il confronto tra entrambi i lati è importante per stabilire una diagnosi corretta. Si suggerisce di eseguire l’ispezione dei contorni della spalla, l’esame del range di movimento attivo e passivo e test di forza.

Una diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per prevenire complicanze e ripristinare la funzionalità articolare.

La diagnosi della sublussazione glenomerale può essere effettuata attraverso una serie di esami strumentali, come radiografie, risonanza magnetica o ecografia.

Il trattamento della sublussazione glenomerale dipende dalla gravità della lesione e dalle condizioni cliniche del paziente.

La fisioterapia rappresenta un'opzione terapeutica importante per ripristinare la stabilità articolare e migliorare la funzionalità della spalla.

Trattamento non chirurgico

Nella sublussazione traumatica della spalla, i trattamenti immediati includono impacchi di ghiaccio per ridurre il gonfiore dei tessuti molli, evitare posture che portano a sublussazioni ricorrenti e indossare un tutore protettivo. I FANS possono essere utilizzati per il controllo del dolore. Gli esercizi di mobilizzazione articolare sono utili per ripristinare il ROM articolare e prevenire la rigidità. L’esercizio terapeutico rappresenta un’importante componente nel trattamento della sublussazione glenomerale. Gli esercizi terapeutici sono finalizzati a ripristinare la funzionalità articolare, a migliorare la forza muscolare e la stabilità dell’articolazione della spalla.
Inoltre, è importante che gli esercizi terapeutici siano personalizzati in base alla gravità della lesione e alle condizioni cliniche del paziente; in modo da valutare la progressione dell’esercizio e la risposta del paziente al trattamento. La riabilitazione dovrebbe mirare sul progressivo rafforzamento della cuffia dei rotatori, del deltoide e dei muscoli stabilizzatori del cingolo scapolare. Si raccomandano anche esercizi per migliorare la coordinazione delle spalle con modifiche allo stile di vita.
In casi più gravi, come quelli in cui la lesione è associata a lesioni dei tessuti molli o a instabilità articolare, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Trattamento chirurgico

La gestione chirurgica è considerata nei pazienti più giovani o negli individui con sublussazioni croniche della spalla. Le indicazioni per l’operazione includono il fallimento del trattamento non chirurgico, la dislocazione ricorrente in età più giovane, la dislocazione della testa omerale senza la possibilità di ridurla o una riduzione instabile.

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